Certificazione della Parità di Genere

La certificazione della parità di genere (UNI/PdR 125:2022) deve essere effettivamente posseduta dalle imprese che partecipano a selezioni e gare pubbliche. Una lettera della Consigliera Nazionale di Parità lo ricorda ad ANCI e UPI

Data:
13 Gennaio 2025

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Ultimo aggiornamento:
13 Gennaio 2025, 12:43

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Nel dicembre 2024 la Consigliera Nazionale di Parità ha scritto ai Presidenti dell’Associazione Nazionale dei Comuni (ANCI) e dell’Unione delle Province (UPI) ricordando l’importanza della certificazione di parità di genere, i cui contenuti e finalità sono stati introdotti dalla Legge 162/2021 entrando a far parte del D. Lgs. 198/2006, più conosciuto come “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”.

La lettera pone in evidenza che il nuovo Codice dei contratti pubblici (abitualmente definito Codice degli appalti, emanato con D. Lgs. 36/2023) ha introdotto la certificazione di parità di genere tra le situazioni premianti per le imprese che partecipano a selezioni e gare bandite da enti e strutture pubbliche. Infatti, specificamente all’art. 108 comma 7, il Codice stabilisce:

“Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all’art. 46-bis del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198. La stazione appaltante verifica l’attendibilità dell’autocertificazione dell’aggiudicataria con qualsiasi adeguato mezzo.”

Anche l’art. 61 dello stesso Codice, riguardante i così detti “contratti riservati” a favore di categorie svantaggiate, prevede che nelle gare pubbliche possano essere introdotti “requisiti necessari o come ulteriori requisiti premiali dell’offerta, meccanismi e strumenti idonei a realizzare le pari opportunità generazionali, di genere e di inclusione lavorativa […]”. A questo articolo sono collegate specifiche linee-guida che spiegano in quali modi e con quali punteggi possono essere premiate le imprese più virtuose.

Dunque la questione della parità di genere e delle pari opportunità ha la sua importanza, nella fase di partecipazione alle gare pubbliche e nella connessa fase di selezione. La certificazione – rilasciata alle singole imprese da agenzie accreditate e ottenuta adottando azioni concretamente positive a favore della parità di genere e conseguenti pari opportunità nei luoghi di lavoro, attraverso la procedura UNI/PdR 125:2022 – consente, in sede di gara, sia l’attribuzione di punteggi premiali, sia condizioni più favorevoli (ad esempio lo sconto sulla garanzia dovuta dall’impresa per partecipare alla procedura selettiva, di cui all’art. 106 del Codice degli appalti e relativo Allegato II.13).

La lettera della Consigliera Nazionale afferma che non è sufficiente una semplice autocertificazione, da parte delle imprese partecipanti. Altresì evidenzia che le Consigliere territoriali di parità esercitano una specifica funzione di controllo sul mantenimento, nel corso del tempo, dei presupposti e dei requisiti che hanno consentito alle singole imprese di ottenere la certificazione di genere.

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