La certificazione di parità arriva in tribunale

Una sentenza importante del 4 novembre 2024 – per quanto risulta, la prima in Italia – del TRGA (Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa per il Trentino Alto Adige, sezione di Bolzano) riguarda la certificazione della parità di genere e i relativi punteggi riconosciuti negli appalti pubblici.

Data:
15 Aprile 2025

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Ultimo aggiornamento:
15 Aprile 2025, 11:28

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GARE PUBBLICHE: LA CERTIFICAZIONE DI PARITÀ DI GENERE È UN REQUISITO SOGGETTIVO DELL’IMPRESA

Una sentenza importante del 4 novembre 2024 – per quanto risulta, la prima in Italia – del TRGA (Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa per il Trentino Alto Adige, sezione di Bolzano) riguarda la certificazione della parità di genere e i relativi punteggi riconosciuti negli appalti pubblici.

La decisione del TRGA tratta il tema dei “contratti di avvalimento” nel nuovo Codice degli appalti (D. Lgs. 36/2023). Deriva dal caso di un raggruppamento di imprese (RTI), partecipante ad una gara pubblica per l’affidamento di un servizio socio-pedagogico nella zona di Bolzano, nel quale soltanto un’impresa risultava titolare della certificazione della parità di genere ottenuta ai sensi dell’art. 46-bis D. Lgs. 198/2006 attraverso le procedure descritte nel DPCM 29.4.2022, con applicazione della Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022.

In proposito il Tribunale ha affermato il principio che “ la certificazione della parità di genere attiene ad una condizione soggettiva intrinseca dell’azienda che non può costituire oggetto di un contratto di avvalimento, perché non assimilabile ad una risorsa da mettere a disposizione di terzi che poi la potrebbero impiegare nell’esecuzione di un lavoro o di un servizio”.

In effetti la certificazione della parità di genere è strettamente connessa alle effettive politiche aziendali in materia di parità di genere, di pari opportunità, di non discriminazione, di conciliazione e bilanciamento vita-lavoro: profili concreti che soggettivamente l’impresa individua e si impegna non soltanto ad osservare, ma (soprattutto) a potenziare progressivamente, attraverso specifiche azioni, accettando sia la procedura di periodico monitoraggio da parte dell’ente certificatore, sia il confronto con le rappresentanze sindacali e le consigliere/consiglieri territoriali di parità.

Riguardo a questa sentenza, si segnala il commento giuridico del prof. Matteo Borzaga (Consigliere di parità, Provincia Autonoma di Trento), nella rivista Equal, Rivista di diritto antidiscriminatorio, n. 1/2025 (accessibile on-line).

mktg@provincia.arezzo.it