Angela Gotelli nacque a San Quirico, frazione di Albareto, sull’Appennino parmense, il 28 febbraio 1905 da Domenico, medico condotto, e Tullia Fattori.
Durante gli anni del liceo, a La Spezia, fu attivista nel movimento femminile cattolico, proseguì gli studi all’Università di Genova, dove frequentò la facoltà di lettere e filosofia. Nel periodo universitario la Gotelli frequentò la Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI), dove collaborò a iniziative culturali e formative.
La Gotelli, si laureò col massimo dei voti e la lode con una tesi su S. Bernardino da Siena, decise di dedicarsi completamente all’apostolato sociale nell’ambito delle organizzazioni cattoliche; fu, quindi, nominata delegata della FUCI per l’Italia del Nordest. Nel contempo, dopo un anno di supplenza in una scuola superiore di Pontremoli, vinse il concorso per l’insegnamento delle lettere classiche presso il ginnasio di Trieste.
Non si sposerà mai, la grande passione della sua vita sarà l’impegno cristiano, politico e sociale, che ella vive come un vero e proprio apostolato.
Dal 1929 al 1933 fu presidente nazionale delle universitarie della FUCI, lavorando con il giovane Aldo Moro, cui fu poi politicamente vicina, e collaborando attivamente con il presidente Igino Righetti e l’allora assistente spirituale della Federazione, mons. Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI.
Con lo scoppio del conflitto, rientrata a La Spezia, frequentò un corso da crocerossina nell’ospedale cittadino e, nella prima estate di guerra, prestò servizio a Brindisi. Rientrata a La Spezia, durante i bombardamenti che colpirono la città, offrì accoglienza ai perseguitati politici o transfughi.
Dopo l’8 settembre 1943, sfollata in montagna, ad Albareto, assistette i malati e i feriti della zona, accompagnandoli presso campi profughi e centri di soccorso. Tra il 1943 e il 1945 partecipò a varie attività resistenziali e, nella sua qualità di crocerossina, si attivò anche per ottenere lo scambio di ostaggi civili contro prigionieri tedeschi..
In questo quadro, nel corso del 1944, si recò nel bosco di Montegroppo, per trattare con un reparto tedesco uno scambio con ostaggi in mano ai partigiani: come attestato da un documento ufficiale dell’esercito tedesco l’avvenuto scambio di prigionieri evitò rappresaglie alla popolazione civile delle vallate del Taro. Intanto la grande casa di villeggiatura di famiglia della Gotelli era divenuta sede del locale comando partigiano, oltre che rifugio per sfollati e sbandati convenuti dai vicini centri abitati, in particolare da La Spezia e dintorni; senza timori, la Gotelli fronteggiò i sospetti dei comandi repubblichini e una perquisizione dei militi della X flottiglia MAS.
Già nel luglio 1943 aveva partecipato alle riunioni tenutesi a Camaldoli, per iniziativa del Movimento dei laureati cattolici, che portarono alla stesura del cosiddetto codice di Camaldoli; si interessò, poi, in modo crescente alle attività dei Comitati di liberazione nazionale Alta Italia, seguendo e appoggiando in particolare A. Pellizzari, ex popolare, capo partigiano ed esponente del Partito democratico sociale cristiano della Liguria, sorto nel 1943.
In ambito locale, terminato il conflitto, si attivò in sede amministrativa per avviare opere di ricostruzione basilari per il paese di Albareto. Nel 1945, ottenuta un’aspettativa dalla sua scuola, si trasferì per diversi mesi a Roma per impegnarsi nella rinata organizzazione dei laureati cattolici; nel 1946 fu eletta vicedelegata nazionale del Movimento femminile cattolico, ruolo che dovette lasciare nel 1950, quando ebbe il suo primo incarico di governo. Lavorò quindi a fianco di Giuseppe Lazzati e Giorgio La Pira, Amintore Fanfani e Aldo Moro, nell’opera di ricostituzione del partito, sulla scia delle iniziative politiche e teoriche legate a Giuseppe Dossetti, aderendo anche al gruppo del “Porcellino”, una formazione della sinistra cristiana di ambito dossettiano.
Al referendum istituzionale si schierò per la Repubblica. Nel 1946 fu eletta all’Assemblea costituente per la Democrazia cristiana (DC) nella circoscrizione ligure (Genova – Imperia – La Spezia – Savona), ricoprendovi un ruolo attivo a fianco di La Pira e Dossetti.
Dopo la guerra partecipò alla costituzione della Democrazia Cristiana, di cui divenne ben presto delegata provinciale di La Spezia. È appunto nel III collegio di Genova Imperia La Spezia Savona che nel 1946 fu eletta all’Assemblea Costituente per la Democrazia Cristiana con 20.257 voti di preferenza, nella circoscrizione ligure (Genova – Imperia – La Spezia – Savona), ricoprendovi un ruolo attivo a fianco di La Pira e Dossetti.
Il 6 febbraio 1947 fu chiamata, in sostituzione dell’on. Carmelo Caristia, a far par parte della commissione ristretta di 75 membri per la redazione del testo costituzionale e, con Nilde Iotti, prese parte alla Prima sottocommissione per i diritti e i doveri dei cittadini. Attivista nei comitati civici, si batté nel confronto elettorale del 1948, con interventi e comizi quasi sempre improvvisati, condotti con notevole verve oratoria.
Riferendosi alle 21 donne dell’Assemblea Costituente, e certamente non dimentica della propria esperienza personale, Angela Gotelli ha dichiarato: «Eravamo tutte donne con esperienze e sofferenze proprie, eravamo balzate un po’ in fretta, un po’ di colpo all’elettorato attivo e all’elettorato passivo, unite nel desiderio di ricostruire la patria devastata e nella fondazione consapevole e coraggiosa di un nuovo ordinamento».
Molti dei principi ispiratori della Costituzione– come hanno scritto gli stessi protagonisti –furono elaborati e maturati all’interno del gruppo nella meditazione, nel confronto, nella preghiera.
È da ricordare, fra i suoi vari interventi, quello relativo al potere giudiziario nell’ambito dell’attività della Commissione per la Costituzione: in accordo con Nilde Iotti e Maria Federici la Gotelli sostenne fortemente il diritto delle donne di accedere agli alti gradi della magistratura, accesso che peraltro, com’è noto, avrà luogo solo molti anni dopo.
Nel corso della carriera politica la Gotelli si avvicinò a varie correnti della DC, restando però in linea di massima legata all’ala sinistra; nell’ambito della riorganizzazione del partito voluta dalla segreteria Fanfani dopo il 1954, fu incaricata dell’Ufficio assistenza. Fu eletta alla Camera dei deputati per tre successive legislature, nel 1948, nel 1953 e nel 1958, ricoprendo incarichi di rilievo: sottosegretario alla Sanità nel secondo governo Fanfani del luglio 1958 e quindi nel governo Tambroni del marzo-luglio 1960; al Lavoro nel secondo governo Segni del febbraio 1959.
Fu autrice della legge sul patronato scolastico e sostenitrice di altre iniziative, quali la legge Merlin, e di provvedimenti in favore dell’infanzia e della gioventù studiosa; partecipò a diverse commissioni parlamentari relative ai temi della scuola e dell’assistenza all’infanzia. Dal 1963 al 1973 presiedette l’Opera nazionale per la maternità e l’infanzia e resse numerose commissioni del partito.
I suoi rapporti con la Chiesa furono sempre forti ma mai condizionanti. Attraverso la FUCI prima, i Laureati cattolici poi, e con un’assidua presenza presso varie case di ordini religiosi, la Gotelli restò vicina alla “grande famiglia” degli studenti cattolici, favorendo iniziative di aggiornamento delle metodiche di apprendimento e convivenza, in linea con i fermenti che animarono il concilio Vaticano II, che la G. accolse con entusiasmo e soddisfazione, avendone auspicato alcuni dei cambiamenti radicali, anche in contrasto con le sfere più conservatrici della Curia, dalla quale le giunsero in alcune occasioni osservazioni critiche.
Nell’ambito della politica locale, il suo appoggio alla formazione della prima giunta di centrosinistra al Comune di La Spezia le valse talune riserve da parte di ambienti diocesani. Dal 1951 al 1958, fu sindaco di Albareto, dove fece costruire molti edifici scolastici, contribuì alla modernizzazione dei trasporti e fece realizzare l’acquedotto Cento Croci.
Nei primi anni Settanta, in seguito a ripetuti attacchi ischemici, fu costretta a ritirarsi dalla politica attiva.
Angela Gotelli morì ad Albareto il 21 novembre 1996 e qui venne sepolta nella tomba di famiglia.
Il suo ricordo è ancora vivo nel territorio: Albareto le ha intitolato una strada, Varese Ligure una piazza.